Un'interessante interpretazione del percorso storico-musicale...... un parallelo con il nostro programma di studio
La storia della musica è storia di una
conquista. Pensate ad un coro di monaci medievali, tutti uomini naturalmente,
tutti a intonare, all'unisono, la stessa preghiera. Poi pensate ad un piccolo
ensemble rinascimentale, con quei chitarroni che sono la tiorba o l'arciliuto,
con un flauto di legno ed una voce che canta. Poi fatevi venire in mente
un'orchestra barocca, con un clavicembalo, qualche legno, trombe e una manciata
di archi. Poi dovete saltare all'orchestra classica, quella di Mozart e
Beethoven, con i clarinetti, i controfagotti, il pianoforte e tutto quel che ci
vuole. Poi pensate infine ad un ensemble specializzato in musica contemporanea,
con strumenti tradizionali mescolati a chitarre elettriche, batteria e
campionatori. Se riuscite a pensare a tutto questo è perché la storia della
musica ha conquistato, poco a poco, sempre nuovi suoni da usare, da ascoltare e
da ricordare. E anche perché la modernità in cui abitiamo è il primo momento
magico in cui tutto ciò che di musicale gli uomini si sono inventati esiste
contemporaneamente e si può ascoltare con facilità, in concerto oppure grazie
ai dischi.
Ma la storia della musica è anche storia di un'esitazione. Sulle prime è andato
forte chi cantava da solo; poi è stata la volta della polifonia, in cui ognuno
cantava una melodia diversa e la musica che risuonava nelle cattedrali era un
complicato intreccio; poi hanno inventato l'opera, e allora è tornato a farsi
vivo chi preferiva cantare come solista lasciando gli altri a fargli
l'accompagnamento. Poi non sono più riusciti a mettersi d'accordo e, mentre
l'opera è andata avanti con la melodia su un piatto d'argento, l'altra musica -
quella sinfonica, quella da camera - ha giocato a complicare e semplificare e
complicare e semplificare…
La storia della musica è poi anche storia dell'ascolto. Ascoltare la parola di
Dio attraverso una messa cantata è stato diverso dal danzare una gavotta
sostenuti dall'orchestra di corte. E, nel Settecento, ascoltare
"razionalmente" una sinfonia di Mozart (inseguendo i temi e le loro
capriole, facendo attenzione ai cambi di tonalità, provando a capire
esattamente quali scelte ha compiuto il compositore) è stato diverso
dall'abbandonarsi ad un poema sinfonico di Liszt, come si faceva
nell'Ottocento, lasciandosi invadere l'anima dal suono e godendo delle proprie
emozioni invece che della musica. Così come seguire le avventure di un'eroina
dell'opera è stato diverso dal considerare gli aspetti metafisici legati agli
ultimi Quartetti di Beethoven.
E la storia della musica è stata infine storia dell'organizzazione dei suoni,
di quali scegliere ogni volta, di come disporli nel tempo, di quali relazioni
stabilire tra uno e l'altro. Modalità, tonalità, atonalità, dodecafonia,
serialità sono stati (e sono) modi diversi di gestire i dodici suoni in uso nel
mondo occidentale.